Middle 1970s - C.H. Sisson, halfway through translating Dante's Divine Comedy, said in a letter:
"At times the burden and folly of the enterprise, with a language I do not know..." In another letter, he said "I did six year's Latin at school..." Nobody really or properly LEARNS any language at school. Nevertheless, he translated Horace, Catullus and other Latin poets - quite well, it seems. Literary translators get away with this. They often work from somebody else's literal translation and then rewrite what they think the original author intended. This obviously loses any sense of style, tone or atmosphere and surely does the original author a great disservice... I have seen ancient Greek tragedies "translated" using modern swear words and blasphemies that simply have no correlation with the original. No technical translator would survive with such an approach.
Metà anni 1970 - C.H. Sisson, a metà della traduzioni della Divina Commedia di Dante, confessò in una lettera: "A volte l'onere e la follia dell'impresa, con una lingua che non conosco...." In un'altra lettera, disse: Ho studiato il Latin per sei anni a scuola..." Nessuno impara bene e correttamente una lingua a scuola. Ciononostante, ha tradotto Orazio, Catullo e altri poeti latini ... anche bene, a quanto pare. I traduttori letterari riescono farla franca ... Lavorano spesso in base ad una traduzione molto letterale di qualcun altro per poi riscrivere tutto in base a cosa immaginano intendeva l'autore. Evidentemente, ciò perde ogni comprensione dello stile, del tono o dell'atmosfera, sicuramente a svantaggio dell'autore originale. Ho visito tragedie greche "tradotte" con parolacce e blasfemia moderni senza alcuna correlazione col testo originale. Nessun traduttore tecnico sopravvivrebbe a lungo con un simile approccio.
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